Nutriamoci di emozioni: Considerazioni conclusive della prima edizione
722
post-template-default,single,single-post,postid-722,single-format-standard,bridge-core-1.0.6,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,qode-theme-ver-18.2,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.0.5,vc_responsive

Nutriamoci di emozioni: Considerazioni conclusive della prima edizione

Nutriamoci di emozioni: Considerazioni conclusive della prima edizione

È stata la prima edizione di questo laboratorio psico-nutrizionale denominato “Nutriamoci di Emozioni” svolta presso il Centro di Psicologia clinica e Psicotraumatologia “PsyIntegra” a Bari.

Siamo molto soddisfatti della risposta di partecipazione ricevuta da parte delle persone. Si è creato fin da subito un ottimo affiatamento nel gruppo in un clima caldo ed accogliente. Lo stesso gruppo si è dimostrato interessato e molto attivo nell’approfondire tematiche legate alle problematiche personali rispetto al rapporto tra l’alimentazione e la mente.

Approfondire tematiche che hanno potuto far comprendere i processi mentali e fisiologici che

conducono al fallimento di un percorso dietetico, è stato importante e ha permesso un proficuo dibattito che ha aumentato i livelli di consapevolezza su meccanismi oscuri e automatici attivi nel nostro corpo e potenzialmente dannosi.

Parlare di obesità come patologia cronica capovolgendo il paradigma della persona obesa come colpevole del suo stato fisico, ha permesso di volgere la discussione verso la conoscenza dei meccanismi neurofisiologici che conducono inconsapevolmente l’uomo verso questa condizione. Il ruolo della mente viene rivalutato come principale responsabile di tale condizione, a cui seguono gli stili di alimentazione in famiglia, le false credenze sul cibo e sui contenuti calorici associati che contribuiscono a rinforzare questa condizione rendendola cronica e difficilmente reversibile.

Argomento successivo affrontato in particolare dalla dott.ssa Martiradonna, Nutrizionista, è stato quello dello “stigma sul peso”.  Questo tema ha permesso di comprendere le implicazioni ad esso annesse, come la discriminazione operata ogni giorno dalla società, l’associazione errata al tema della pigrizia e mancanza di forza di volontà, che condanna le persone in condizione di obesità ad essere etichettate in tal modo, anche in altri ambiti di vita (professionale, familiare, ecc.); un modello distorto completamente errato proveniente dalla cultura americana del dopo guerra, che ha condotto al peggioramento del fenomeno, dopo un fallimentare tentativo di spinta al cambiamento attraverso un messaggio dogmatico e basato sui valori di forza e bellezza esteriori, caratteristici di tale cultura.

Di particolare interesse è stato comprendere i modelli di “mangiatore” associati a meccanismi psicologici che influenzano il nostro modo di alimentarci legati al controllo, al piacere edonistico associato alla convivialità ed altri ancora che hanno permesso al gruppo di approfondire i personali meccanismi di identificazione per riconoscere cosa si cela dietro attitudini alimentari inconsapevoli ed automatiche che si esplicano nel quotidiano.

Con il dott. Daniele D’Erasmo, Psicologo-psicoterapeuta, è stato possibile comprendere le differenze tra una condizione di obesità ed un Disturbo del Comportamento Alimentare, cercando di trovare evidenti sovrapposizioni e possibili compresenze, che hanno permesso una migliore comprensione delle caratteristiche e degli strumenti di intervento terapeutico psico-nutrizionale per la loro cura.

Si è potuto comprendere il meccanismo neurologico alla base della percezione alterata della nostra

immagina corporea, che porta persone in sovrappeso o obesità a riflettere un’immagine ulteriormente negativa in termini di corporeità oppure ad affrontare un percorso di dimagrimento che, anche a seguito di evidenti perdite di peso, non venga percepito sufficientemente adeguato. A seguito di modelli, credenze errate ed esperienze traumatiche scaturite sulla base di essi, in particolare nei periodi dell’infanzia e della pubertà, avvengono particolari modificazioni dell’area cerebrale deputata alla percezione delle dimensioni spaziali del nostro corpo che determinano il grado di accettazione che ne ricaviamo per noi stessi e che pensiamo possano percepire gli altri su di noi. Un lavoro di natura psico-nutrizionale, come ben illustrato ed avviato durante il laboratorio, può permettere di compiere un lavoro psicologico adeguato nella risoluzione di tale problematica.

Il dott. Daniele D’Erasmo, durante il secondo incontro, affrontato il tema delle emozioni che intervengono rispetto ai momenti di alimentazione emotiva. La rabbia, la noia, la vergogna e la tristezza, sono fattori che determinano una necessità intrinseca nella regolazione del proprio tono dell’umore che avviene in maniera frequente attraverso l’utilizzo di particolari cibi (carboidrati complessi, cibi particolarmente saporiti).

La dott.ssa Martiradonna, durante il terzo incontro, ha introdotto l’approccio terapeutico della Mindful Eaitng, metodo innovativo clinicamente testato derivato dalla Mindfulness, atto a riconquistare un

maggiore livello di consapevolezza nell’alimentarsi. Tale metodologia ha prodotto nel gruppo, come già dimostrato, un particolare stupore nel comprendere appieno e testare un modo di alimentarsi diverso basato sull’incremento della capacità di essere consapevoli, di dirigere l’attenzione al momento presente, di sospendere il giudizio e le reazioni automatiche, nel momento in cui ci nutriamo.

Durante l’incontro è stato proposto un esercizio esperienziale che ha permesso di sperimentare questa modalità alternativa di nutrirsi che può diventare pratica quotidiana e produrre un radicale cambiamento. Alla base del training di Mindful eating ci sono le pratiche di Mindfulness che successivamente sono state introdotte dal dott. Daniele D’Erasmo, all’interno del quarto incontro.

Il gruppo ha potuto sperimentare alcune tra le più importanti pratiche Mindfulness contenute nel percorso di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), rappresentando uno dei momenti più immersi nella pratica laboratoriale.

Oltre agli strumenti di Mindfulness, nel terzo incontro, è stata offerta dal dott. D’Erasmo una spiegazione dei processi neurobiologici coinvolti nello sviluppo di stress negativo nell’essere umano ed è stata sperimentata la pratica del Training di Rilassamento Progressivo Muscolare di Jacobson, per proporre un ulteriore strumento di autoregolazione psicofisiologica, che parte dal corpo per modificare gli assetti dello stesso e di riflesso anche della mente.

Il gruppo ha potuto così apprendere pratiche importanti per lavorare sulla personale autoregolazione psicofisiologica in contrasto allo stress negativo ed applicare tecniche come la Mindfulness, per la più efficace gestione della regolazione emotiva.

Nella prossima edizione che si svolgerà nel mese di gennaio p.v., verrà approfondito lo spazio legato al dibattito sulle tematiche principali attraverso l’inserimento di un ulteriore incontro e i professionisti proveranno a fornire ulteriori strumenti di natura pratica per gestire e controllare gli stati psico-fisici legati all’alimentazione emotiva. Vi aspettiamo numerosi!

Staff PsyIntegra

Psyintegra Staff
d.derasmo@psyintegra.it